CIAO A TUTTI!!!!

Ciao carissimi!

Ecco il primo post, scritto per tutti coloro che vogliono saperne di più su come mangiare bene senza rinunciare al gusto.

Seguiremo insieme un percorso che ben presto ci porterà ad approfondire argomenti che sono alla base di una corretta e sana alimentazione; avremo l’opportunità di aiutare noi stessi e il nostro corpo, come si dice: Mens sana in corpore sano!

Vi chiedo in questi giorni inviarmi più mail possibili su cosa vi interessa, preoccupazioni, curiosità e quant’altro vorrete condividere; avrò piacere di rispondervi!

Allora si parte!

venerdì 15 novembre 2013

ALIMENTAZIONE TRA BIOLOGIA E CULTURA

Con il termine alimentazione parliamo sia di aspetti biologici che culturali.
Tra gli aspetti culturali dell’alimentazione rientrano il desiderio, il piacere, la diversità, l’identificazione culturale e sociale di un individuo.


In alimentazione, ogni popolazione ha un proprio modo di comportarsi, dovuto a diversi fattori: 
  • geografici
  •  ambientali
  • socio-economici
  • storici
  • nutrizionali


Il cibo, quindi, è considerato sotto diversi aspetti:

CIBO-CONDIVISIONE: preparare ed offrire un pasto indica condivisione, affetto, partecipazione sociale, convivialità; ricordiamo che il termine “compagno” deriva dal latino cum-panis che significa dividere “il pane con”.
Un esempio di condivisione ed ospitalità è rivelato dalla CERIMONIA DEL CAFFÈ IN ETIOPIA, infatti la proprietaria di casa, oltre ad indossare un abito tipico dell’occasione, decora la propria abitazione per accogliere il proprio ospite, quindi:
dispone sul pavimento dell’erba fresca e fiori come simbolo di fortuna, accende l’incenso come simbolo di unione con il divino ed inizia a lavare e a tostare su un braciere i chicchi di caffè fino a quando il fumo inizia a diffondersi nell’aria; a questo punto, la donna lo soffia verso il proprio ospite per fargli sentire l’aroma del caffè.
Il caffè viene macinato con un pestello di legno e versato insieme all’acqua in una tipica brocca che viene utilizzata proprio in occasione della cerimonia, lo Jebena, fino a che l’infuso inizia a bollire.
Prima che la bevanda venga versata nelle caratteristiche tazzine, Fingiàn, viene aggiunto dello zenzero macinato/grattugiato e viene filtrato mediante un tappo di stoffa presente nello stesso Jebena.
La padrona di casa quindi, versa il caffè nella tazzina riempiendola quasi fino all’orlo.
Il caffè viene servito per ben tre volte.
Il rito del caffè, quindi,  dura circa un’ora e durante la cerimonia viene pronunciato un antico proverbio etiope "Buna dabo naw” che in italiano vuol dire “il Caffè è il nostro Pane”.
Capite bene da questo esempio quanto di ognuno di noi possa essere trasmesso all’altro durante la preparazione di un qualsiasi piatto o portata.

CIBO-CURA: ci sono alimenti che, oltre a possedere un valore nutrizionale, svolgono una funzione “curativa” e “preventiva” nei confronti di alcune patologie (es. la soia abbassa il livello del colesterolo totale e delle LDL quindi previene patologie cardio-vascolari).

CIBO-MIGRAZIONE-IDENTIFICAZIONE CULTURALE: ogni uomo è legato alla propria terra, alla propria cultura. Ogni persona è legata anche al cibo. Pensate se ognuno di noi dovesse andare a vivere dove ciò che ha mangiato fino a ieri non può essere più trovato, ci troveremmo di fronte ad una condizione di sofferenza dovuta alla privazione del nostro “universo culturale”. Ecco che il cibo riesce a mantenere vivo il legame con la nostra cultura natia: il cibo che nutre il corpo ma anche la mente.
A tal proposito ricordo un frammento  del libro di E. De Amicis intitolato Sull’Oceano (1889) in cui si legge:

[…] commoveva il sentire di che povere cose si trattasse....
di regali, per lo più, che portavano a parenti o ad amici d’America:
chi una bottiglia di vino particolare,
chi un caciocavallo,
chi un salame,
o un chilogrammo di paste di Genova e di Napoli,
un litro d’olio,
una scatola di fichi secchi,
perfino una grembialata di fagiuoli,
….ma di casa propria, di quel tal angolo dell’orto, di cui il parente o l’amico si doveva ricordare sicuramente […]

Cito anche una frase di Frank Costello (mafioso siciliano emigrato in America) scritta in una lettera indirizzata alla madre,  tratta dal testo “Storia dell’immigrazione” che recitava:

“Vendi qualcosa, vendi tutto, magari fai debiti ma fatti il viaggio e lascia il paese nosto!


Porta con te quello che puoi, ma non dimenticare il peperoncino. Portane più che ne puoi”.

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